mercoledì 13 novembre 2013
L'importanza di ballare un Valzer
Recentemente è stato proposta nei cinema la versione restaurata del film "Il Gattopardo" di Luchino Visconti, girato nel 1963, e basato sul romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa scritto nel 1958.
Il film si avvale della colonna sonora di Nino Rota, musicista noto anche per le colonne sonore di tanti film di Federico Fellini, e che descriverà anche successivamente, nel 1972 e 1974, le atmosfere e i personaggi della Sicilia che gli varranno un oscar per la saga "Il Padrino" di Francis Ford Coppola.
Ma nella lunga e famosa scena finale del ballo, non c'è solo musica di Rota. C'è anche come già si legge nei titoli di testa, un "valzer inedito" di Giuseppe Verdi (originariamente per pianoforte, ma orchestrato, questo sì, da Rota).
Una musica ambigua e ambivalente nel suo metasignificato.
Il valzer è una danza "da nobili", o da reazionari, magari da austriaci, Johann Strauss ne era già maestro all'epoca di Verdi, e in Europa fu diffuso da Maria Antonietta (figlia di Maria Teresa D'Austria), simbolo della nobiltà fino ad essere decapitata per questo; tuttavia questo è anche un valzer di Verdi, che a suo modo fu uno dei campioni di quel Risorgimento italiano, antiaustriaco per definizione, verso il quale il principe di Salina si dimostra piuttosto scettico, sia pure in modo anche lui ambiguo e ambivalente.
Nel film è l'unica danza che il principe accetta di ballare, lui che è coinvolto nel tramonto della nobiltà -appunto- dell'epoca, ma che ha anche "sovvenzionato" il ribelle nipote Tancredi. Accetta l'invito di Angelica a ballare, ma solo sul primo VALZER -quello di Verdi- che poi sarà l'unico, forse l'ultimo per quella nobiltà ormai "post" risorgimentale.
Il principe sceglie il valzer perchè, se fine deve essere per lui e la sua classe sociale, fatta di privilegi e rituali, dovrà esserlo con un ultimo privilegio, quello di scegliersi il rituale in cui si sarà vittime sacrificali, per quanta poca importanza possa avere, agli occhi della nuova classe dirigente, la modalità d'uscita di scena della vecchia nobiltà.
Per il resto della festa si balleranno mazurke o danze popolari "in due", che all'orecchio curioso appaiono rozze, sguaiate al confronto, è questo è simbolico del passaggio ad un'altra epoca, quella in cui Angelica, e quindi la classe che rappresenta, creeranno una nuova generazione, anche inglobando vittoriosamente la vecchia e in qualche caso anche facendovisi un po' accompagnare.
(Tant'è che la candidatura di Tancredi sarà indovinata dal principe prima che il nipote gliela riferisca, poichè è il principe stesso che in fondo l'ha architettata rifiutando un posto da senatore per lasciarlo al padre di Angelica.)
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