Becchino. Questo cranio, signore, era di Yorick,
il buffone del re.
[…]
Amleto. Dammelo qua...
(Prende in mano il teschio e lo guarda)
Ahimè, povero Yorick!... Quest'uomo io l'ho conosciuto, Orazio, un giovanotto d'arguzia infinita e d'una fantasia impareggiabile. Mi portò molte volte a cavalluccio... Ed ora - quale orrore! - mi fa stomaco... Ecco, vedi, qui erano le labbra che gli ho baciato non so quante volte... E dove sono adesso i tuoi sberleffi, le burle, le capriole, le canzoni, i folgoranti sprazzi d'allegria che facevan scoppiare dalle risa le tavolate?... Chi si fa più beffa ora del tuo sogghigno, con questa tua smorfia?
Va', va' ora così, va' nella camera della mia dama e dille che ha un bel mettersi sul viso un dito di belletto: a questo aspetto deve ridursi anch'ella, fatalmente.
Che se la prenda a ridere, comunque, se ci riesce...
(W. Shakespeare, Hamlet, Atto V, scena 1)
- Chi è?
- È un'ex soubrette televisiva in completo disfacimento psicofisico.
- E che cosa fa ora?
- Niente, che deve fare.
(Da La Grande Bellezza, di P. Sorrentino)