Questo è un gruppo rintrecciato,
Chi sviluppa più inviluppa,
Chi più sgruppa, più raggruppa;
Ed intanto la mia testa
Vola, vola e poi s’arresta;
Vo tenton per l’aria oscura,
E comincio a delirar.
(Dal libretto di J. Ferretti per la Cenerentola di G. Rossini)
Il sestetto del secondo atto della Cenerentola di Rossini sembra una specie di surreale lezione di fonetica articolatoria.
Sul piano semantico il testo è piuttosto ripetitivo:
avviluppato-sviluppa-inviluppa
e poi
gruppo-sgruppa-raggruppa
fanno riferimento infatti rispettivamente agli stessi concetti.
L'effetto più interessante si ottiene sul piano fonico dal ripetersi, soprattutto nella prima strofa delle consonanti R e P, entrambe con un significato fonico metaforico.
La R comunemente è una monovibrante alveolare, dovuta a una rapida occlusione e rilascio d'aria nella bocca, mentre la P è un'occlusiva bilabiale sorda: entrambe quindi rappresentano quel blocco (drammatico) che si risolverà in un'esplosione (drammatica). Per un ulteriore effetto comico sul piano fonetico in molte esecuzioni del brano ai cantanti viene imposto di pronunciare la R non come la monovibrante dell'uso comune, ma come una vibrante (ossia emettendola con più vibrazioni in levare, non solo una).
La situazione infatti per risolversi deve necessariamente arrivare ad un'esplosione drammatica, per di più di origine imprevedibile, poichè al momento chi prova a cercare soluzioni (sviluppa, nel senso ovviamente di "togliere il viluppo", cioè il gomitolo, sgruppa) complica ulteriormente il tutto (inviluppa, raggruppa) puntando direttamente verso il caos totale.
Anche le vocali associate alla R tendono alla chiusura (O, U) per aprirsi a fine verso dopo l'esplosione delle P in una A. Poi anche nella seconda strofa in vola, vola alterna O-A, o ancora l'aria oscura si giustifica più in senso di nuovo fonico-metaforico (OscUrA) che non in senso metaforico puro (sembra infatti un'immagine un po' eccessiva).
Se già il testo è molto ripetitivo sul piano semantico, nonché fonico, fino all'ossessivo, la musica di Rossini aggiunge un livello ulteriore di parossismo ripetendo il testo in tutto ben 4 volte.
Lo staccato, o meglio le pause di semicroma, quindi i silenzi, che attraversano inesorabili tutto il brano, facendo sembrare i personaggi quasi un branco di stupide galline (verrebbe in mente il Pa-pa-papageno di Mozart...), suggeriscono l'idea di una paralisi drammatica, senza per questo paralizzare anche la musica riducendola a silenzio, anzi proprio le pause diventano l'elemento estetico più comicamente caratterizzante.
Semmai la musica si ripete fino ad un livello di ossessione esasperante espressa dai crescendo tipicamente rossiniani, e i suoni spezzati sembrano anche imitare proprio un nodo che viene via via forzato a stringersi, per strattoni consecutivi, che possono da un momento all'altro portare ad una devastante rottura.
Nella prima esposizione del testo si ha l'ingresso in canone di tutte le voci, ossia i personaggi, già tutti in scena, entrano musicalmente uno alla volta, sovrapponendosi a quelli che hanno già iniziato, eseguendo la stessa melodia, come a costruire poco a poco la consapevolezza collettiva della confusione drammatica.
Ingresso 1 (Dandini) [Ho eliminato l'accompagnamento]
Ingresso 2 (Don Ramiro)
Ingresso 3 (Cenerentola)
Ingresso 4 (Don Magnifico)
Quando 4 personaggi sono appunto "musicalmente entrati" inizia il primo lungo pedale di dominante, un SI bemolle affidato agli archi più bassi (viole, violoncelli, contrabbassi),
E via via si intensificano sia la strumentazione che la figurazione
o vi aggiungono un disegno ulteriormente comico per il cromatismo e il ritmo in levare alle viole
Dunque un procedimento armonico piuttosto semplice da spiegare, ma che risulta in questo momento di un'efficacia psicologica straordinaria.
Il pedale si protrae per ben 10 battute la prima volta, 8 la seconda.
Al pedale di dominante con le voci staccate di tutti i personaggi si alterna un momento musicale su un'armonia meno fissa, in cui i singoli personaggi si alternano in un disegno musicale costituito da una nota lunga che ben si distingue dallo staccato-pizzicato delle altre voci, seguita da un breve gorgheggio... Come ad alternare la descrizione dello stupore/confusione collettivi ad alcuni momenti di attenzione psicologica per lo stupore/confusione del singolo attraverso un disegno musicale di bravura (qualcosa di simile a quel procedimento usato nelle telenovele quando si inquadra un personaggio che non si esprime parlando effetivamente nella scena, ma sentiamo la voce dei suoi pensieri...)
La paralisi esplosiva della situazione è dunque rappresentata dalle pause nel disegno melodico principale, dall'ingresso progressivo delle voci, e poi dalla fissità dell'armonia dei pedali di dominante insistiti ed evidenziati anche sul piano ritmico, alternato ai momenti con il disegno melodico che inizia con una lunga nota fissa.
La comica semplicità della musica vuole anche rappresentare la semplicità psicologica dei personaggi, le cui menti sono manipolate da Rossini come quelle di burattini proprio "annodati" alle sue volontà musicali e, come burattini nelle sue mani, anche gli ascoltatori vengono facilmente soggiogati dalla sua musica.
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