Il Medical Problems of Performing Arts ha pubblicato una lettera di W.B. Grant, filosofo, e S. Pilz, medico, in cui si propone una nuova ipotesi sulla causa della precoce morte di Wolfgang Amadeus Mozart: avrebbe contribuito ad essa un basso livello del serum 25-hydroxyvitamin D [25(OH)D] ossia di vitamina D.
Al di là delle leggende di avvelenamento dovuto a qualche collega o massone, le più serie teorie scientifiche che facevano riferimento ad infezioni polmonari o setticemie, problemi al cuore o ai reni, ecc. ora traggono ulteriore credibilità in quanto la mancanza di questa sostanza nell'organismo, indebolendo i globuli bianchi, porta esattamente a questo tipo di disturbi e la condotta di vita del musicista durante i suoi ultimi mesi poteva facilmente causare questa mancanza.
La vitamina D viene prodotta grazie all'esposizione alla luce del sole, altrimenti deve essere assunta attraverso dei cibi precisi.
Durante l'inverno produciamo meno vitamina D e ognuno di noi può constatare una maggiore probabilità a contrarre l'influenza per esempio.
Pare che esporsi ai raggi del sole durante l'inverno appunto sia meglio di un vaccino, anche se non esistono studi che dimostrano la relazione tra la vitamina D e il virus dell'influenza.
Torniamo a Mozart.
Alla latitudine di Vienna (48°N) per circa 6 mesi all'anno (autunno-inverno) risulta difficile per l'organismo di chiunque produrre vitamina D attraverso i raggi solari, cioè durante il giorno, e Mozart componeva di notte in quel periodo, mentre di giorno dormiva.
La vitamina D ha un ciclo medio di vita di circa 4-6 settimane, per cui il 5 dicembre 1791, quando il musicista morì, il suo livello di quella vitamina doveva essere presumibilmente bassissimo da circa un mese.
Inoltre dal 1762 al 1783 egli soffrì ciclicamente di catarro, febbre, poliartriti, mal di gola, raffreddori, vomito, sempre nel periodo tra ottobre e maggio.
Ma il basso livello della vitamina D è un fattore di rischio anche per tante altre malattie: tubercolosi, cancro, diabete, infarto, ictus, polmonite, infezioni varie.
Gli autori della lettera concludono che questa ipotesi ovviamente non ci restituisce Mozart, ma si pone come monito per coloro che vivono a certe latitudini circa l'importanza che può avere la semplice luce del sole per il nostro organismo.
In particolare i musicisti, i quali trascorrono molto tempo ad esercitarsi in spazi chiusi, dovranno fare attenzione al livello di vitamina D per evitare problemi di salute.
Fonti: Medical Problems of Performing Arts
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