--Espérez!--Plus d’espérance!
--Trois jours, leur dit Colomb,
En montrant le ciel immense,
Le fond de l’horizon.
Trois jours et je vous donne un monde
Vous qui n’avez plus d’espoir,
Sur l’immensité profonde
Ses yeux s’ouvraient pour le voir.
Imparare ad intonare correttamente tutti gli intervalli musicali è un'operazione che diventa via via più complessa man mano che l'intervallo diventa sempre più ampio.
Ossia: è più facile per chiunque intonare consapevolmente un intervallo di seconda maggiore (Do-Re) piuttosto che una sesta minore Do-La bemolle.
Così nel film Mouchette di Robert Bresson, la protagonista, che vive in un tale degrado da avere ben altro a cui pensare che la musica, viene pesantemente rimproverata dalla sua insegnante poiché, entrata in aula facendo un pesante rumore di zoccoli involontariamente, non riesce poi a cantare, anche perché il canto prevede una sesta minore, un intervallo "difficile".
Mouchette canterà la stessa canzone per placare la crisi epilettica del bracconiere che in seguito la violenterà, la canterà però con l'intonazione giusta e con la stessa voce bella di prima, ma stavolta senza più fallire l'intervallo difficile, senza pressioni fisiche e psicologiche da parte di insegnante e compagne.
La canzone strutturalmente riproduce quello che avviene nel finale, rotola verso il basso, e risale con l'intervallo difficile di sesta, come un ritorno alla vita, ma poi rotola di nuovo verso il basso, senza più risalire, si ferma sulla tonica, MI bemolle: Mouchette non risale più, si getta nel fiume, riuscirà da sola a cantare, a vivere, a sopportare le sofferenze, le violenze e le umiliazioni peggiori, e, così giovane, riuscirà persino da sola a morire.
La sesta minore diventa quindi simbolo dell'incapacità di Mouchette a vivere una vita così ingiusta, in cui tracce di bellezza del suo essere non vengono riconosciute e quindi non vengono valorizzate.
Mouchette sopporta con difficoltà la sua vita come con difficoltà riesce ad intonare la sua sesta minore. Ma poi quando ci riesce, dopo una violenza estrema (lo stupro) che per lei ha quasi una parvenza di "amore", porta termine sia la canzone che la vita.
Il testo della canzone fa riferimento a Cristoforo Colombo, in particolare alla speranza di trovare il Nuovo Mondo che egli doveva infondere nel suo equipaggio. Con risultato paradossale nel film, poiché è la stessa speranza che noi vorremmo per Mouchette, per una sua "nuova vita", ma che non abbiamo, con effetto ancora più drammatico nei momenti in cui proprio Mouchette prima non riesce a cantarla davanti ad insegnante e compagne, e poi sì, quando è sola con il suo stupratore, che lei considera un amante, con un atteggiamento che potrebbe apparire pura ingenuità, ma che forse può essere anche inteso come l'unica forma di "speranza" appunto che le resta.
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