sabato 28 dicembre 2013

Il sorriso e la lacrima per la Danza dei Panini



La "Danza dei Panini" de "La febbre dell'oro" ("The Gold Rush", 1925) di Charlie Chaplin è una scena stupefacente realizzata con quasi niente, con oggetti comunissimi, due forchette e due panini (sembrano delle spaccatelle), ma con questo niente, Chaplin riesce a entrare nella memoria collettiva, trasformando in palcoscenico teatrale, e quindi in set cinematografico, un modesto tavolo da cucina.

La scena, sotto la superficie di una divertente trovata, descrive la pietà dell'attore-regista verso il mondo degli ultimi, e trasfigura in arte della danza, quindi in espressione, tutta la sventura di un uomo, che pur nella sua pessima condizione non manifesta rancore verso il mondo, né si fa annientare, ma per amore vuole ancora divertirsi e divertire chi gli fa compagnia. Trasmette quindi uno straordinario messaggio di ottimismo e speranza.

A quel punto del film la scena suscita quell'emozione che solo i grandi comici sanno ispirare, e Chaplin più di chiunque altro, un'emozione contraddittoria e difficile da definire poiché mista di riso e pianto: in questo caso non si sa se fa più ridere l'ingegnosa performance del tenero personaggio o se fa più piangere la miseria dell'omino povero di Chaplin che non ha altro per esprimere la propria creatività.

Anzi, dovremmo usare il condizionale, non "avrebbe" altro, poiché è una performance che viene condivisa solo con gli spettatori: l'omino in quel momento della narrazione sta infatti solo sognando di essere con le ragazze del Tabarin che aveva invitato per la notte di Capodanno, ma che gli daranno buca… E chiaramente anche la curiosa musichetta è solo nella sua immaginazione.

La scena inoltre è in contrasto netto con l'affollato mondo dei Tabarin o dei ricchi che hanno trovato l'oro, fatto di banchetti in locali alla moda, dove ci sono le vere ballerine, che fanno balli veri su veri palcoscenici…
All'omino, solo, che pure anelava a quel mondo lì, innamorato proprio di una ballerina reale, resta la consolazione di condividere con lei e le amiche, in sogno, una danza finta e povera, ma per questo sublime… la Danza dei Panini…

La scena è quindi anche profondamente tragica, rappresenta insieme alla povertà l'emarginazione sociale, la solitudine, e nonostante tutto questo, mostra il sopravvivere fino all'ultimo della dignità dell'uomo, anzi dell'orgoglio dell'artista per il suo mondo fantastico, che lo salva anche nelle condizioni di vita più miserevoli.

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Per la serie "Il talento crea, il genio ruba", un accenno ad una danza con i panini si era già visto nel 1917 (8 anni prima!) nel film "Rough House" di Roscoe "Fatty" Arbuckle:


In seguito viene richiamata in vari film, tra cui "Bande à part" (J. L. Godard, 1964)...



Ovviamente viene ripresa anche da Robert Downey Jr. in "Charlot" (di R. Attemborough, 1992)...



Molto divertente anche la scena di Johnny Depp in "Benny and Joon" (1993)…



La scena viene citata anche in un episodio dei Simpson ("Lady Bouvier's lover") e nel film "The Muppets" (2011).

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