domenica 15 febbraio 2015

Le ultime note di Mozart

Lacrimosa dies illa,
Qua resurget ex favilla,
Judicandus homo reus.

(Dal testo del Lacrimosa 
del Requiem di Mozart)


Eccole. Le ultime note di Mozart sul manoscritto del Requiem K. 626, un titolo (Requiem, come riposo eterno) perfetto per un'ultima opera di un compositore prolifico e geniale come Mozart, da cui avremmo voluto un numero infinito di capolavori, ancora più drammatica poiché incompiuta, interrotta proprio dall'ineluttabile riposo della morte, e un numero (626) che non appare freddo come quello di un catalogo qualsiasi, sappiamo infatti quanti capolavori scritti da quell'uomo straordinario abbiamo ascoltato prima di arrivare a questo.

Delle musiche scritte da Mozart sappiamo bene come ogni nota sia necessaria ed efficace esattamente nel posto in cui si trova, per cui tanto più affascinante ci pare un manoscritto in cui evidentemente le note mancano semplicemente perché l'autore non ha fatto in tempo a scriverle, è un po' come osservare il cantiere di un'architettura che si sa in partenza che sarà meravigliosa, è come assistere alla Perfezione nel suo stesso formarsi.

Per quest'opera Mozart ha scritto quasi tutte le parti vocali, mentre per la parte orchestrale ha appuntato solo all'inizio l'idea ritmico-melodica di accompagnamento, poi ogni volta abilmente sviluppate dall'allievo Süssmayr. Anche quegli spazi vuoti all'orchestrazione hanno un loro fascino tragico, poiché sembrano la dimostrazione che Mozart sentisse la fine incombere e perciò volesse fare in fretta.

Così è anche per il Lacrymosa. Ma per questo pezzo esistono solo le prime 8 battute, e al culmine del crescendo la mano si è tragicamente fermata come non riuscendo a reggere oltre lo sforzo della sonorità. Sembra quasi che quella dominante suonata forte sulle parole "Judicandus homo reus", ci dica "Sarò giudicato come un peccatore, ma ora lasciatemi riposare in pace".


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