mercoledì 12 febbraio 2014

L'acuto mitico nel Miserere dell'Allegri

C'è una nota nel Miserere di Allegri dalla storia misteriosa e affascinante.

E' un Do acuto che non esisteva nella partitura originale (o, meglio, non esiste in quelle più antiche a disposizione). Esso è diventato in modo un po' equivoco il simbolo di un'arte dell'abbellimento adottata dai cantori della Cappella Sistina all'epoca dei castrati.

Non si riesce a stabilire esattamente quando e come quel Do sia entrato nelle prassi esecutive, certo è che all'inizio il brano non era affatto quello che abitualmente si ascolta oggi.

Gregorio Allegri
Proponiamo un percorso cronologico delle poche battute del secondo coro, quello riproposto, come il primo coro, per 5 volte, prima al verso 3 (Amplius lava me ab iniquitate mea: et a peccato meo munda me) e poi ai versi 7, 11, 15, 19.


1638 ca.: Anno di composizione del Miserere.


1655 - 1667 - MSS 206
http://www.ancientgroove.co.uk/freebies/Allegri_ORIGINAL.pdf


1731 - MS 185 - Johannes Dominic de Biondini


W. A. Mozart
1770 - Mozart trascrive a orecchio il Miserere, ma il manoscritto è perduto. Forse aveva già visionato a Bologna la versione senza abbellimenti in possesso di Padre Martini e successivamente mostra la sua trascrizione a Charles Burney che lo pubblicherà a Londra.


1771 - Charles Burney - La musica che si canta annualmente nelle Funzioni della Settimana Santa nella Cappella Pontificale
imlsp: 268951


F. B. Mendelssohn
1831 - Mendelssohn trascrive il Miserere a orecchio e in una lettera del 16 giugno al suo maestro Zelter riporta la seconda parte della prima metà del famoso secondo coro (Amplius...iniquitate mea), cioè la polifonia con abbellimenti sulla parola mea, ma specifica che essa è scritta una quarta sopra rispetto alla partitura già divulgata senza abbellimenti, cioè in Do minore invece che Sol minore, poiché secondo il compositore veniva intonata in quel modo dai cantori:

Si riferisce quindi per la prima volta nella storia del brano, ma "ufficiosamente", di un lungo Do acuto.
https://www.york.ac.uk/music/conferences/nema/oreilly/
https://www.york.ac.uk/music/conferences/nema/oreilly/#note38


1840 - Pietro Alfieri - Salmo Miserere posto in musica da Gregorio Allegri e da Tommaso Bai, Publicato cogli Abbellimenti per la prima volta
imlsp: 279617

Alfieri scrive: "E necessario poi sapere, che nella predetta Cappella il tono Sol si converte in Si del Diapason". Quindi il Miserere era intonato in Si minore e il Sol acuto all'ottava battuta (nella prima metà) diventava un Si.


1878 - Il musicologo William Smith Rockstro, in un articolo per il Grove's Dictionary of Music & Musicians (pubblicato sul secondo volume del 1880), propone una "ricostruzione" del brano, ponendo per errore il frammento di Mendelssohn nella seconda parte della seconda metà (alla fine praticamente), e in più lo lascia una quarta sopra, accorcia il Do acuto e allunga le appoggiature oltre a fare altre modifiche minori.
(Grove's, vol. 2 del 1880, pag. 337,
https://archive.org/details/musicians02grovuoft)


1932 - Robert Haas elabora e pubblica la versione oggi conosciuta utilizzando per la prima metà la versione di Burney con abbellimenti di Alfieri, per la seconda metà la versione di Rockstro sul Grove's Dictionary.


1951 - Ivor Atkins rielabora la versione di Haas in inglese, con il soprano (e quindi il famoso Do acuto dei castrati) affidato ad una voce bianca. In questo modo consolida l'autorevolezza di una versione già frutto di una serie di equivoci ed errori.


Al termine di questo percorso storico fatto appunto di equivoci, approssimazioni, passaparola, errori anche grossolani, mitici manoscritti perduti, che ha portato all'attuale partitura del Miserere di Allegri, viene da pensare che esso sia una specie di involontario agglomerato cubista (o quasi postmoderno?) decantatosi in periodo tardo-romantico, con abbellimenti riportati anche ad orecchio durante il periodo neoclassico-romantico, su una composizione barocca di polifonia rinascimentale.

E' un po' come se Picasso avesse fatto un ritratto a don Rodrigo: forse è il ritratto di un uomo mai esistito, ma comunque un ritratto sublime.

Inizio secondo coro: 1:35
Do acuto ("Top C"): 2:05

Inizio secondo coro: 1:16
Do acuto ("Top C"): 1:51

Inizio secondo coro: 1:14
Do acuto ("Top C"): 1:47


Fonti:
http://www.ancientgroove.co.uk/essays/allegri.html
https://www.york.ac.uk/music/conferences/nema/oreilly/
http://www.circuitomusica.it/homepage/160

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