giovedì 27 febbraio 2014

Il nastro bianco: La morte spiegata ad un bambino


"Il nastro bianco" di Michael Haneke è un film sull'educazione.
Fa comprendere esattamente le responsabilità di una società nell'educare i propri figli secondo dei valori assoluti.

All'interno di un villaggio rurale, un microcosmo rappresentativo della società tedesca alle soglie della Prima Guerra mondiale, il senso della vita di ognuno sembra essere profondamente e indissolubilmente legato al senso di colpa proprio e degli altri.

Una delle scene più toccanti del film è senza dubbio [possiamo dirlo?] quella in cui una ragazza, Anna, spiega al suo piccolo fratellino l'esistenza e il senso della morte.

lunedì 24 febbraio 2014

L'accordo di Tristano: un buco nero musicale


L'accordo iniziale dell'opera, o meglio del Wort-Ton-Drama, Tristan und Isolde di Richard Wagner ha costituito fin dal suo primo ascolto un vero enigma per l'analisi armonica fino ad allora adottata.

sabato 15 febbraio 2014

La tonalità fantasma nella mazurka del piccolo ebreo


Un strana atmosfera si crea al diffondersi nell'aria della Mazurka op. 17 n. 4 di Chopin. In La minore, forse.

Cosa provoca tutto quel senso di sospensione per diverse battute all'inizio del brano?

mercoledì 12 febbraio 2014

L'acuto mitico nel Miserere dell'Allegri

C'è una nota nel Miserere di Allegri dalla storia misteriosa e affascinante.

E' un Do acuto che non esisteva nella partitura originale (o, meglio, non esiste in quelle più antiche a disposizione). Esso è diventato in modo un po' equivoco il simbolo di un'arte dell'abbellimento adottata dai cantori della Cappella Sistina all'epoca dei castrati.

Non si riesce a stabilire esattamente quando e come quel Do sia entrato nelle prassi esecutive, certo è che all'inizio il brano non era affatto quello che abitualmente si ascolta oggi.

martedì 4 febbraio 2014

Imitando Cecco Angiolieri. S'i'fosse Cielo...

Per un lavoro a scuola ho provato a scrivere un sonetto che imita il celebre S'i'fosse foco di Cecco Angiolieri.

Ho cercato di rispettarne l'endecasillabo e lo schema delle rime, i riferimenti alla natura nella prima strofa e i riferimenti ai poteri sacro e temporale nella seconda; nella terza ho mantenuto Morte e Vita, mentre nell'ultima ho usato il cosiddetto senhal, due parole che nascondono il mio nome, ma non ho resistito a virare più verso una sfera morale invece di seguire uno spirito comico e dissacrante più tipico di Cecco. (Forse mi hanno influenzato i tempi che corrono...)

Ecco il risultato.

lunedì 3 febbraio 2014

La suspence ai tempi di Leonardo da Vinci

Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: 
«In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 
I discepoli si guardavano l’un l’altro, 
non sapendo bene di chi parlasse. 
Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, 
si trovava a tavola al fianco di Gesù. 
Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: 
«Di', chi è colui a cui si riferisce?».
(Gv 13, vv. 21-24)


Giuda (che tradirà), Pietro (che fa il cenno e chiede) e Giovanni (il discepolo che Gesù amava) costituiscono il gruppo di tre apostoli immediatamente sulla sinistra rispetto a Cristo.


Questo è il gruppo che Leonardo ha concepito e dipinto prima degli altri, commettendo anche l'errore di dipingere questi tre apostoli troppo piccoli (appaiono sproporzionati rispetto agli altri gruppi), ma è anche il gruppo in sé concettualmente più perfetto.

I volti, i gesti e gli oggetti che i tre hanno in mano sono un vero e proprio dramma nel dramma.

sabato 1 febbraio 2014

La bianca figura fa ancora pensare

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.
(Dante, Inferno, canto XXVI, vv.118-120)


C'è una figura vestita di bianco nella Scuola di Atene (1509-10) di Raffaello, sulla sinistra, il cui sguardo buca la parete dell'affresco. In quell'affresco quella figura sembra essere altra cosa rispetto al contesto.

Non è al centro come Platone e Aristotele, e non è altrettanto facilmente identificabile perché non sta facendo nulla se non guardarci. Ma è l'unica a farlo, l'unica a chiamarci direttamente in causa in mezzo a tanta sapienza.*

Todo modo: l'orrore nella memoria

Todo Modo (1976) di Elio Petri è indubbiamente uno dei più grandi film horror italiani. Diciamo film horror anche se lo è diventato involontariamente. Nasce come film grottesco, ma diventa horror a causa della evoluzione storica della vita politica italiana successiva. La storia immediatamente successiva ci ha fatto talmente più orrore da modificare la stessa percezione che gli Italiani potevano avere del film.