sabato 24 dicembre 2016

Essere sorella di un genio


C. W. Eckersberg, Donna allo specchio, 1841 

Paolina Leopardi, sorella del più famoso Giacomo, ha scritto una celebre biografia di Wolfgang Amadeus Mozart nel 1837.

Non è un'opera di grande pregio letterario, soprattutto se la si va a comparare con una qualunque cosa scritta dal fratello; nè riesce ad avere una grande attendibilità storica, essendo stata Paolina pressochè isolata culturalmente nella sua Recanati (dove aveva tradotto un libro francese intitolato Viaggio notturno intorno alla mia camera!), ed essendo Mozart morto da così poco tempo (nel 1791) e in circostanze tali (il cadavere gettato e perso in una anonima fossa comune) da non averle consentito di attingere ad affidabili fonti storiche o studi critici approfonditi. Ma assume un interesse particolare per una serie di fatti inequivocabili e analogie curiose con la vita dei Mozart che possono rendere comunque piuttosto stimolante la lettura di questo testo.


Giacomo Leopardi
Paolina si sofferma spessissimo sulla grandezza di spirito del geniale compositore nell'affrontare delle avversità, tanto da sembrare più un apologo che una biografia, e non è impossibile riconoscervi una certa proiezione psicolgica del fratello Giacomo proprio nella figura di questo Mozart.

Inoltre la qualità e l'eleganza costante nell'eloquio del testo, malgrado la ripetitività di alcuni concetti, ci consente di riconoscere facilmente la matrice educativa comune dei due rampolli di casa Leopardi, e anche questo fa venire in mente la coppia dei fratelli Mozart, Wolfgang e la sorella maggiore Nannerl, entrambi educati fin da piccolissimi alla musica, ed entrambi enfant prodige.


Leopold, Wolfgang Amadeus e Nannerl Mozart che suonano insieme
Monaldo Leopardi
Colpisce ancora come Paolina riferisca e descriva città europee che non aveva mai visto nè avrebbe visto in seguito, semplicemente affidandosi ai suoi studi e a quella stessa immaginazione quasi genetica che proietterà il fratello verso L'infinito. In questo i Leopardi infatti furono molto meno fortunati dei Mozart, avendo papà Leopold Mozart una predisposizione al viaggio molto spiccata, persino brutale, alimentata dalla volontà di esibire al mondo il genio dei propri figli, e quindi in contrasto totale con la chiusura provinciale di papà Monaldo Leopardi, che costrinse Giacomo e Paolina per anni alla solitudine e all'isolamento, traumatizzandoli a vita. In questo senso Leopold è evidentemente il padre che Paolina ha sempre sognato.



Nannerl, Wolfgang Amadeus e Leopold Mozart (nel dipinto la madre)
Nannerl (Maria Anna) Mozart
Il testo di Paolina, che Alessandro Taverna nell'introduzione al libro ha definito una specie di "Operetta Morale mai scritta" da Giacomo, oltre a darci una visione originale della biografia mozartiana, perdipiù non troppo lontana dall'epoca della sua morte, prima di tante altre biografie meritatamentte più blasonate, ma di approccio più storico-critico, ci restituisce involontariamente, con il suo stesso essere, uno spaccato sulla condizione femminile, sia dell'epoca di Mozart, sia di quella di Giacomo Leopardi:

Entrambe Paolina e Nannerl erano sorelle di due geni assoluti nella loro arte, entrambe avevano avuto un'educazione comune ai loro fratelli per un certo tempo, entrambe sono state poi frenate dalle convenzioni sociali che non consentivano alle donne di progredire oltre un certo livello rispetto agli uomini in campi come la musica o la letteratura appunto ("La Femina non la voglio letterata" diceva papà Monaldo).

W. A. Mozart
Si cerca di leggere tra le righe quali reali aspirazioni avesse questa donna dell'Ottocento, ma è difficile coglierlo, per cui una possibilità sta nel guardare l'insieme del gesto che compie, scrivere, scrivere di un genio, Mozart, che come il padre di Mozart, come Giacomo e come suo padre, sono i rappresentanti di quel sesso che a lei ha lasciato solo la libertà di vivere all'ombra del loro successo, del loro genio, e semmai lei ha avuto solo la libertà (apparentemente innocua) di esaltare quel genio nel suo essere espressione umana, e non necessariamente espressione maschile.

Con il libro su Mozart, anche se vi intravediamo i sentimenti che poteva provare per Giacomo, Paolina, suo malgrado, rappresenta la sua condizione di letterata repressa dalle convenzioni sociali della sua epoca, ma ogni volta che posiamo lo sguardo sulle sue parole oggi, lei ottiene il suo piccolo riscatto contro quella società ingiusta (che pure ha prodotto quei geni).

Paolina Leopardi

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