mercoledì 5 marzo 2014

La grande bellezza di Serena Grandi: il nostro teschio di Yorick

Becchino. Questo cranio, signore, era di Yorick,
il buffone del re.
[…]
Amleto. Dammelo qua... (Prende in mano il teschio e lo guarda)
Ahimè, povero Yorick!... Quest'uomo io l'ho conosciuto, Orazio, un giovanotto d'arguzia infinita e d'una fantasia impareggiabile. Mi portò molte volte a cavalluccio... Ed ora - quale orrore! - mi fa stomaco... Ecco, vedi, qui erano le labbra che gli ho baciato non so quante volte... E dove sono adesso i tuoi sberleffi, le burle, le capriole, le canzoni, i folgoranti sprazzi d'allegria che facevan scoppiare dalle risa le tavolate?... Chi si fa più beffa ora del tuo sogghigno, con questa tua smorfia?
Va', va' ora così, va' nella camera della mia dama e dille che ha un bel mettersi sul viso un dito di belletto: a questo aspetto deve ridursi anch'ella, fatalmente.
Che se la prenda a ridere, comunque, se ci riesce...
(W. Shakespeare, Hamlet, Atto V, scena 1)

- Chi è?
- È un'ex soubrette televisiva in completo disfacimento psicofisico.
- E che cosa fa ora?
- Niente, che deve fare.
(Da La Grande Bellezza, di P. Sorrentino)
Uno straordinario memento mori dei giorni nostri è stato incarnato dal personaggio che Paolo Sorrentino ne "La Grande Bellezza" ha costruito sulla figura dell'attrice Serena Grandi.

La Grandi, nata nel 1958, è stata un sex symbol molto popolare negli anni Ottanta e Novanta, alimentato da tanti film e riviste che ne hanno esaltato l'aspetto fisico, a partire dal film "Miranda" di Tinto Brass.

Nel film di Sorrentino a 55 anni appare molto ingrassata, deformata dalla chirurgia estetica a cui si sottopone anche nel film stesso, cocainomane come ha ammesso di essere nella realtà (in occasione di un processo che nel 2003 che però la scagionò dalla più grave accusa di spaccio).

Per la generazione dei nati negli anni Settanta-Ottanta, la stessa generazione che rideva guardando in un celebre film Troisi rispondere al memento mori di Savonarola "Sì, sì, mo' me lo segno proprio…", vedere uscire in gloria dalla torta a braccia spalancate quella irriconoscibile "grande bellezza" della propria gioventù, quando si era nel pieno delle tempeste ormonali, risulta piuttosto disturbante, è davvero il nostro teschio di Yorick.


E' un po' come se sull'Italia devastata dalla crisi e dal divertentismo, quel Savonarola avesse avuto il suo riscatto.

E non ci restasse che piangere.

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